Autonomia

Autonomia – Una Possibilità per Tutti

Tema ed obiettivi.

Per l’anno educativo 2015-16 e per l’anno educativo 2016/2017 è stato scelto come tema unico di tutti i servizi della Cooperativa Gioele (CSE, SFA e Casa Residenziale) quello di perseguire la maggior autonomia possibile delle persone inserite; un percorso che si svolge in contemporanea al progetto “Habitat” che la Cooperativa appronterà con il sostegno  della Fondazione della Comunità di Monza e Brianza, indirizzato a persone con disabilità che attualmente vivono in famiglia o in comunità, ma che desiderano realizzare una vita indipendente.

La crescita è un passaggio dalla dipendenza all’autonomia, e siamo convinti che esiste un’autonomia possibile per tutti, non intesa soltanto come possibilità di fare tutto da soli.

Nell’analisi dei requisiti per una vita adulta, emerge immediatamente come uno dei primi passi verso l’autonomia sia costituito dal possedere una buona capacità di comunicazione; la possibilità, in altre parole, di esprimere i propri desideri, i propri bisogni, i propri pensieri. Si chiede alla  persona disabile di essere capace di esprimersi, non solo con l’azione, ma anche con la parola, perché attraverso la parola “posso arrivare a chiedere quando ho bisogno, ma soprattutto posso dialogare, sentirmi parte di un gruppo  di persone, essere del gruppo, e chi fa insieme  rende il progetto della propria autonomia più forte.  Autonomia intesa anche come possibilità di poter acquisire nuove competenze, che potranno risultare utili e spendibili nella quotidianità,  con l’obiettivo poi di integrare le competenze acquisite con quelle delle altre persone, in modo da favorire la maggior inclusione sociale possibile.

Proprio per favorire processi di socializzazione, o più semplicemente la possibilità di incontrarsi, da quest’anno un gruppo di genitori, supportati inizialmente dalla psicologa, promuoverà una serie di iniziative e attività da svolgere nel tempo libero, proposte che affiancheranno e non sostituiranno quelle del  gruppo volontari del sabato. Occasioni di incontro che tutti, adulti e persone disabili che crescono, ricercano e da cui  ognuno può trarre benefici.

Metodologia

All’inizio dell’anno l’èquipe educativa del CSE effettuerà un’analisi  delle risorse, dei punti di forza e debolezza della  persona per individuare gli obiettivi possibili da raggiungere nelle diverse aree (cognitiva, fisica, socio relazionale, etc.), che saranno poi descritti in modo analitico, nella prima parte del Progetto Educativo Individuale. Tali obiettivi saranno declinati nella proposta di attività e laboratori adeguati per perseguire l’obiettivo individuato. Il coinvolgimento della persona utente, dei familiari e dei servizi sociali nel condividere gli obiettivi e i laboratori proposti rimane un aspetto auspicabile e fondamentale, sia perché una condivisione tra le  diverse figure educative facilità e rinforza la persona a raggiungere l’obiettivo individuato, sia per dare continuità  anche al di fuori dei tempi e degli spazi del CSE.

Ricordiamo inoltre che la richiesta di condivisione del progetto educativo, è un’ esigenza emersa dai questionari di valutazione della soddisfazione, compilati dalle famiglie, linea che la  direzione e l’èquipe educativa intendono promuovere il più possibile. Non a caso è stato  programmato un primo incontro insieme ai familiari, da svolgere nel mese di ottobre a cui seguirà almeno un incontro specifico relativo alla singola persona.

Il percorso verso l’autonomia per alcuni potrà sfociare in un prerequisito per il lavoro, per questo abbiamo pensato al  laboratorio di ergoterapia e la  collaborazione con lo SFA; per altri vorrà dire essere coinvolti nelle attività del quotidiano: preparazione della tavola, del pasto attività di riordino. Alcune persone, durante l’attività di acquisti dovranno individuare un elenco della spesa, ricercare un prodotto nel negozio, saper chiedere  ai commessi, gestire i soldi.  Autonomia intesa anche come possibilità di conoscere ed usufruire dei servizi che il territorio offre: biblioteche, musei; oppure possibilità di utilizzare i mezzi pubblici, capacità di spostarsi da soli, da  e verso casa.  Tutti  saranno coinvolti durante il momento del pranzo in un cammino di adultità: mantenere un atteggiamento rispettoso dell’altro, saper attendere i tempi, stare composti, scegliere un menù adeguato.  Le attività proposte consentiranno alle persone di sperimentarsi con le loro difficoltà  per raggiungere nuove competenze supportati da educatori, operatori, volontari e professionisti esterni.

E’ stato individuato anche un momento conclusivo di fine giornata in cui l’educatore, con il gruppo di persone con cui ha lavorato, riserverà un tempo da dedicare al dialogo e all’ascolto, uno spazio di confronto, di verifica, un’ occasione che aiuti la persona  ad esprimere il proprio vissuto, le proprie emozioni. La possibilità di riversare il proprio vissuto in un “immaginario contenitore” rappresenterà un’occasione per conseguire maggiore consapevolezza e coscienza della propria identità adulta in modo autonomo rispetto al gruppo parentale.

Questo momento dovrà essere un sostegno alla costruzione di un’identità personale in cui ognuno si percepisca tale e tragga dall’essere grande la motivazione per comportarsi come tale. Come educatori è proprio questa possibilità di crescita che ci interessa: al di là del risultato in termini di prodotto. L’obiettivo è che l’organizzazione del tempo, dello spazio, dei gesti sia finalizzata alla produzione di spazi di relazione.

Verifica

L’èquipe educativa settimanalmente si incontrerà per un confronto e un’analisi,  mensilmente, e al biosogno, saranno poi gli incontri con la  consulente psicologa ad aiutarci a rileggere i casi più complessi. Al termine dell’anno è prevista una verifica sul raggiungimento degli obiettivi di ogni singolo utente del servizio,  a completamento del  Progetto Educativo Individuale che sarà inviato  ai Servizi Sociali del Comune inviante e  motivo di analisi e confronto per l’anno educativo successivo.

Durante l’anno è previsto almeno un incontro tra l’educatore referente,  i familiari e la persona interessata , occasione di condivisione, confronto e rilettura degli obiettivi .

Lissone, settembre 2015.

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